Pubblicato da: Andrea Ben Leva | 13 agosto 2009

EQUITAZIONE: UN’ARTE IN VIA DI ESTINZIONE

butteroSiamo ormai entrati in una situazione già definita da tanto tempo ormai, che non vuole cambiare, o che non conosce nuove satrade da percorrre per cambiare. Nessuno ha già tutte le risposte in tasca, questo è scontato, ma forse bisogna provare, mescolare un po’ le carte e vedere se cambiando un po’ le situazioni, se si riesce ad ottenere un rislultato migliore. Stiamo parlando ovviamente di equitazione, di turismo, di sviluppo rurale. Quello che sconvolge osservando chi produce o gestisce il turismo equestre in Italia, o chi lo ha fatto proprio per professione, che non esiste una strada da seguire, non c’è una formazione adeguata per chi vuole iniziare e cimentarsi in questa pofessione. Verrebbe da dire che dove non c’è formazione, non c’è professionalità, ma sarebbe uno sbaglio. Come per le attività o le arti artigiane, dove la cultura e la formazione si tramandano di generazione in gnerazione, anche nell’equitazione,  e oggi lo si vede sempre di più, ci sono “vecchi” professionisti, o per megio dire: artigiani del cavallo. Che si portano dietro un grosso bagaglio culturale, ricco di informazioni e di conoscenze, legate alla loro personale esperienza di vita, diretta sul campo, con la conoscenza o esperienza se così la si vuol chiamare, coastruita sugli errori commessi. Delle vere e proprie roccaforti su cui ruotano tanti giovani che vorrebbero apprendere e sviluppare il loro futuro nell’equitazione, ma si vedono inginocchiati al primo blocco di partenza, senza esperienza, senza formazione; questo perchè il gradino su cui si ergono i “Professionisti” è solo per pochi eletti, non viene condiviso. Non vogliamo che questi grandi artigiani perdano il loro prestigio, non è questo l’obiettivo dell’equitazione moderna, ma sicuramente di non far scemare la loro conoscenza e la loro cultura, dopo di loro. Un buon modo per avere prestigio, e un po’ di immortalità è di realizzare una pubblicazione, un corso di formazione, uno scrigno di conoscenza che non sararà per tutti, ma sicuramente per i più meritvoli, che si cimenteranno studiando e provando attraverso l’esperienza di chi prima di loro ha sperimentato, sbagliato ed infine ha realizzato una strada per sviluppare il turismo equestre, o l’equitazione in genere.

Sono rimasti in pochi quelli che possiedono questa cultura, e più il tempo passa, più rischiamo di perdere i loro percorsi di vita, la loro esperienza, il loro sacrificio, per diventare quello che rappresentano per l’equitazione, ma se il loro tesoro non lo depositeranno in qualche discepolo, o in qualche seria pubblicazione; di loro non resterà più niente, forse solo il ricordo.

Un’altro rischio che tutti corriamo, è di trovarci circondati da presunti esperti, improvvisati che da un giorno con l’altro diventano maestri o peggio istruttori. Questa realtà è possibile solo perchè non possediamo nessuna informazione sul come dovrebbe essere e che formazione dovrebbe possedere chi occupa un ruolo nell’equitazione. Per noi semplici osservatori, non c’è confronto fra chi sa vendere bene e non capisce nulla, e chi non sa vendere e possiede grande esperienza. Vi chiediamo di metterci in condizione di poter guardare tutti con gli stessi occhi, dateci un po’ della vostra cultura. Forse è proprio questo il primo gradino verso il futuro, verso la costruzione di una nuova equitazione, un’equitazione sostenibile, che miri alla biodiversità, che sia ecosostenibile, che sia una: Equitazione Moderna.

Questo articolo è frutto di una mail d’aiuto che abbiamo ricevuto in redazione, da parte di una Mamma con la “M” maiuscola, che si preoccupa del futuro della figlia tredicenne, ma che vuole la felicità unita alla consapevolezza, un po’ quello che vorremmo noi, da Grandi Padri dell’Equitazione, per trasformarli in pilastri dell'”equitazione Moderna” una definizione che mi piace usare, perchè vuol contenere sia la storia, le disavventure, il bambino che fa i primi passi, ma anche il cavallo di razza, lo stallone, il fantino che salta l’ostacolo, ma anche il maniscalco, il veterinario, il tour operator: insomma che contenga tutto questo meraviglioso mondo.

Grazie a Mamma, Lara P. che ha cercato un aiuto, una risposta, un serio confronto. Forse la risposta che abbiamo inviato non sarà sufficente, ma almeno ci siamo confrontati, non è rimasta sola, forse tante altre Mamme hanno domande e quesiti che vorrebbero esternare, siamo qui, e cercheremo nei nostri limiti di rispondere a tutte.

Per equità alleghiamo la lettera ricevuta e la nostra risposta.

Inviato il 12/08/2009 alle 19:13:21
salve, sono la mamma di una ragazza di 13 anni che adora cavalcare e tutto cio’ che concerne il cavallo. Il prossimo Gennaio dovrà scegliere una scuola superiore ma quello che mi sento dire ogni volta che se ne discute é che lei vuole diventare istruttrice di equitazione. La mia domanda é se esiste un percorso gia’ alla sua eta’ che la porti a raggiungere il suo traguardo senza tralasciare una formazione scolastica che a mio avviso é comunque necessaria. Grazie

Come primo consiglio, la formazione culturale scolastica rappresenterà per sua figlia l’impalcatura su cui si formerà come persona, poi come professionista. La formazione professionale qualsiasi sia l’ambito di futuro lavoro, non si può scindere dalla cultura scolastica, che una ragazza tredicenne ha diritto di sviluppare; ma sopratutto da un punto di vista mentale, si rende necessario che la ragazza possa sviluppare dinamiche psicologiche vivendo la scolarità superiore nel confronto con i suoi coetanei. Non dimentichiamo che gli anni che sua figlia dovrà affrontare, sono quelli più importanti, che le formeranno il carattere e gli strumenti per sorreggersi nella vita. Tenga in considerazione anche che il desiderio provato da sua figlia si basa su un’astrazione, mi spiego meglio, sua figlia non ha mai fatto effettivamente il lavoro che vede come il suo futuro, quindi per lei non è un lavoro, lo vive come un’esperienza; come se avesse desiderato di fare la cantante. Non bisogna assolutamente farle cambiare idea, anzi, il suo sogno è suo, e nessuno glielo deve toccare, altrimenti potrebbe diventare una ferita psicologica. Ma è necessario farle provare una o più giornate a fianco di un istruttore di equitazione, per percepire il gioco come un lavoro, in modo da smussare un po’ il suo sogno. Se questo suo sogno è importante per Lei, non sarà domani, ma fra qualche anno lo raggiungerà sicuramente, il problema inverso potrebbe essere una catastrofe invece; pensi se sua figlia dopo aver rinunciato all’istruzione, dovesse decidere che l’equitazione non è più così importante, sarebbe catapultata nel mondo del lavoro, senza titolo di studio, senza possibilità di scelta, non proprio un gran vivere. Provi a farle fare tutte e due le cose, a piccoli passettini, c’è ancora una possibilità che non abbiamo esplorato, potrebbe passare un principe azzurro, magari a cavallo, e ne la scuola, ne l’equitazione, potrebbe fargli cambiare idea, sua figlia continuerebbe a seguire il suo sogno.
Un saluto, Andrea Ben Leva

Questo è uno dei motivi per cui siamo orgogliosi di aver realizzato uno strumento come il sito internet regionale della FITETREC-ANTE, per poter sempre più dialogare con voi, tutti assieme, realizzando così un futuro condivisibile.


Andrea Ben Leva


Risposte

  1. Ma personalmente non penso sia in via di estinzione…..credo ci sia sempre più gente che pratica quest’arte!


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